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nov 20

Scritto da: amministrazione
20/11/2009 11.52 

Stato di agitazione dei giornalai che scendono in piazza al grido 
“Liberi tutti, giù le mani dalla licenza”
 

 

Ieri 11 dicembre, in piazza SS.Apostoli a Roma, si è tenuta la manifestazione indetta dalle Organizzazioni Sindacali di categoria per scongiurare, nuovamente, il rischio di una liberalizzazione dei punti vendita che potrebbe seguire dall'attuazione della Direttiva Europea 123/2006 sui servizi e a cui gli stati membri dovranno adeguarsi entro il 2009.

 In essa si parla di libera circolazione dei servizi e libertà nello stabilimento dei prestatori dei medesimi,  di come lo sviluppo dei servizi siostacolatdalla pesante procedura amministrativa e  dall'incertezza normativa che impediscono, di fatto, una libera concorrenza all'interno del mercato. Con essa l’Europa chiede agli stati membri di alleggerire  e semplificare l'iter amministrativo, procedurale e organizzativo per lo sviluppo delle attività, sia commerciali che professionali. È una direttiva che coinvolge  numerosi rami produttivi e distributivi di servizi, anche nella pubblica amministrazione, e che il governo intende applicare, dopo aver proceduto ad un riesame della situazione italiana, sia a livello centrale che locale, per verificare i servizi da includere e le modifiche da attuare  per uniformarsi al dettato comunitario.

 Il Consiglio dei Ministri, dopo un periodo di monitoraggio, ha predisposto  un “tavolo tecnico” di confronto fra tutte le parti interessate secondo tre temi principali di sviluppo: professioni, sportello unico, regimi autorizzatori e requisiti nelle attività commerciali. Ed è in quest'ultimo gruppo che vanno ricompresi anche i rivenditori di giornali e riviste con la loro titolarità di Autorizzazione alla vendita rilasciata dal Comune, nel caso in cui si decidesse per una liberalizzazione del mercato basterebbe una semplice DIA-Dichiarazione Inizio Attività

L'intervento del Si.Na.G.I. , il  sindacato più rappresentativo della categoria, nell'affermare che “... il sistema di vendita italiano è stato da sempre considerato all’avanguardia in Europa sotto il profilo della garanzia del pluralismo, dell’informazione e del libero accesso dei cittadini al diritto di esser informati...” , sottolinea che attraverso la norma antidiscriminatoria che impone l'obbligo per i rivenditori della parità di trattamento delle testate, e  il rilascio delle autorizzazioni da parte dei Comuni,  si può  “...assicurare capillare presenza del servizio di vendita della stampa ai cittadini su tutto il territorio nazionale, evitare barriere d’accesso alla rete di vendita soprattutto alla piccola e media editoria, la nascita di canali privilegiati nell’offerta del prodotto...” .

Il rischio più  grande potrebbe essere non solo per l'edicolante che vedrebbe frazionato  il numero dei clienti  in numerosi e promiscui esercizi, ma per la nostra informazione alla mercè dei grandi gruppi editoriali che continuerebbero a prendere sostanziosi contributi sulla tiratura del prodotto, monopolizzando cosi il mercato ed ostacolandone l'ingresso ai nuovi piccoli editori indipendenti.  

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