Gli Inizi
La prima espressione dell’attività di giornalaio possiamo farla risalire agli strilloni della prima metà dell’Ottocento. In Europa e negli Stati Uniti il giornale, inteso per lo più come pubblicazione periodica settimanale, è venduto soltanto attraverso abbonamento annuo, oppure nei caffè e nei ritrovi letterari. Il formato è di quattro pagine e riporta in colonna annunci e quotazioni, arrivi e partenze di mercantili, qualche inserzione pubblicitaria. Per il suo costo, 6 cents a copia a New York e 7 pence a Londra e per i contenuti, commerciale nelle gazzette settimanali oppure letterario nei giornali culturali, il prodotto si rivolge ad un pubblico culturalmente ed economicamente elitario .
Per fronteggiare questo clima di scarsa divulgazione e di precarietà economica, gli editori americani introducono una nuova strategia di vendita: gli strilloni e il “penny paper”, creando una svolta epocale nella storia del giornalismo e dell’informazione.
Il nuovo sistema di vendita è più alla portata del cittadino: si vende una copia ad un penny, l’approccio alla notizia è diretto ed immediato, con il quotidiano si introducono notizie di cronaca, fatti ed interviste e si amplia la platea dei lettori. Il formato tabloid cambia la struttura del giornale, diminuiscono i costi, aumentano le tirature, le vendite e gli inserzionisti.
Alla fine dell’Ottocento le testate sono notevolmente aumentate e gli editori iniziano a strutturarsi come grandi imprese diversificando le pubblicazioni settimanali, ora anche culturali, politiche, di moda e di cronaca. Nasce così un giornalismo nuovo, d’assalto, fatto di scoop, inchieste e denuncia.
Gli strilloni prelevano le copie presso gli editori, le stazioni ferroviarie oppure presso i porti, per poi venderle nelle strade cittadine, in prossimità dei ritrovi pubblici più famosi e frequentati. Anch’essi iniziano ad organizzarsi con i “banchi” .